Recensione: Las Estrellas @Auditorium Parco della Musica
Domenica 19 gennaio è andato in scena presso la Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma il Gala di Flamenco Las Estrellas. Gremito di pubblico e e presenti in sala molti volti noti del mondo televisivo tra i quali Alessandro Cecchi Paone, Francesca Neri, Marisa Laurito, Bruno Vespa e altri, ha saputo incantare in uno spettacolo di circa 3 ore il pubblico romano con un carosello di performance di alto livello.
La Daniele Cipriani Entertaiment in collaborazione con Fondazione musica per Roma hanno tentato ancora una volta la sfida. Sono riusciti in un gioco di colori e ritmi a far conoscere il meglio del Flamenco in un paese che nutre forte ammirazione per la ritmica spagnola.
Occorre però fare un confronto con la precedente edizione della quale la attuale sembra un minor anzichè offrire qualcosa in più. A volte quando si presenta un’edizione di successo è difficile superare le aspettative e la presa sul pubblico che si è già avuta; questo è il caso. Lo spettacolo appare troppo lungo e poco scorrevole. Sergio Bernal tuttavia si distingue per un proprio stile personale che unisce la danza classica al flamenco; Manuel Linàn riesce a conquistare attraverso una performace flamenca più pura; Miguel Angel Berna appare troppo lungo e ripetitivo.
La compagnia Antonio Najarro risulta essere perfetta anche se non segue i passi di uno stile flamenco più puro per immergersi in precisa sincro in un mix di flamenco e contemporaneo/modern. Manuela Carrasco, vera gitana, presenta un cameo molto bello ma del quale si percepisce che si avvia alla fine della sua carriera rendendo una performace più sempolice di quanto ci si aspettasse. La ballerina Olga Pericet ottima professionista e di alta levatura tecnica purtroppo non riesce a trasmettere le emozioni che vorrebbe apparendo fredda ed inespressiva.
La cantante Luz Casal, una vera diva, presenta stranamente una voce insicura e flebile.
Nel complesso lo spettacolo appare riuscito anche se le minime sbavature che si sono rappresentate fanno sì che non riesca a superare la bellezza della precedente edizione. Si consiglia ad ogni modo la visione per conoscere lo stile flamenco e gli artisti che lo propongono attraverso stile puro e contaminazione.
Alessandro Di Biagio