SETTEKESEKKEI, l’arte del design sostenibile @Plus Arte Puls
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OLTRE IL DESIGN
Oltre il design, puro, rigoroso nella forma e aderente alla funzione, cosa c’è? Sono forse la sperimentazione, il coraggio e l’arte la risposta?
La mostra “SETTESEKKEI” a cura di Romina Guidelli ed organizzata dalla start up Sekkei, l’arte del design sostenibile dal 27 al 29 aprile presso la galleria PLUS ARTE PULS in viale Giuseppe Mazzini, 1 Roma, propone una sperimentazione creativa sul tema molto ben riuscita.
Sette poltrone di cartone diventano oggetti d’arte nelle mani di sette artisti contemporanei con linguaggi ed espressività diverse. Sette sedute dal design pulito e rigoroso ma non banale si trasformano: abbandonano la forma e la funzione pura e semplice e diventano tela, si rivestono di “straordinarietà” artistica divenendo esse stesse espressione d arte.
L’oggetto di partenza è la poltrona LONDON; il materiale: il cartone pressato della ditta SEKKEI. E’ la responsabile della produzione Sig.ra Ornella Pappini che esprime entusiasta in pochi chiari concetti la sostanza e la fonte di ispirazione di questo esperimento artistico dal carattere innovativo.
Il cartone pressato è un materiale di uso comune, se vogliamo anche poco nobile, che se tagliato, foggiato ed incollato per sezioni parallele sagomate adeguatamente può assumere caratteristiche di resistenza a compressione ed usura interessanti nonché assurgere ad oggetto di design vero e proprio. Esso ha caratteristiche legate al riuso delle materie di “scarto” che diventano risorsa per nuova vita. “La vita del cartone è molto simile a quella dell’uomo” dice Ornella Pappini: si ricicla, si trasforma, si rinnova in forme sempre più evolute. E’ questa la finalità espressa nella linea di sedute, tavoli e librerie della SEKKEI: trasformare uno scarto di lavorazione in oggetto di design.
Alessandro Costa, Antonio Fiore Ufagrà, Riccardo La Monica, Emilio Leofreddi, Carola Masini, Mauro Molle, Stefano Trappolini sono gli artisti che hanno rivestito con il proprio linguaggio artistico la cruda forma della Poltrona London dando vita a sette espressività diverse per colore, materiali e finalità. Sono prersenti in mostra anche altre opere degli stessi.
Alessandro Costa ripropone il tema della forma del san pietrino, quasi come un ideogramma: il tratto della sagoma tridimensionale abbandona connotazioni figurative per assumere quelle di puro segno: forte, distintivo, incisivo.
Antonio Fiore Ufagrà su fondo nero dipinge forme fiammeggianti. La sagoma si trasforma in puro sfondo a mo’ di spazio siderale su cui i colori librano quasi in assenza di gravità.
Riccardo La Monica ricopre in parte la seduta con un panneggio rosso scarlatto. Il non svelato, ma suggerito, attraverso i panneggi che nelle sue opere coprono le fattezze umane per lasciare espressa tutta l’emotività del gesto e dell’inquietudine del soggetto, qui in parte si svela.
In Emilio Leofreddi il segno si trasforma in “altro”; persino lo schizzo progettuale posto sulla sommità della seduta diventa racconto evolutivo esso stesso e in maniera preponderante entra nell’opera d’arte.
In Carola Masini la carta patinata trielinata, da mille sfumature di colore, ricopre la forma come un nastro che svela in parte la struttura ondulata del cartone mettendo in risalto gli inserti in lana cardata.
La sagoma colorata di animali di Mauro Molle si staglia dal fondo bianco della poltrona come in un caleidoscopio zoomorfo. Il colore forte deciso preponderante è protagonista.
Stefano Trappolini, ovvero la sagoma che cammina: che lascia leggere ritagli di giornale, che copre il segno, che si fa segnare dal graffio, che lascia colare il colore su se stessa. E’ l’uomo che va e, in questo suo andare avanti, forse si chiede dove e come.
Unire arte e design, forma e colore, espressività e struttura, materiale e rivestimento, che in questo esperimento a più mani è ben riuscito, si apre ad un nuovo palcoscenico: LA CONTAMINAZIONE.
Di Armando Perlini.[:]