“DOLCEROMA” di Fabio Resinaro, anteprima@TEATROELISEO di Roma
[:it]
Gli occhi chiusi. Le mani sulla tastiera a cercare di dare un senso alle parole da scrivere. La mente che si muove attraverso ogni fotogramma visto e vissuto avidamente, freneticamente, alla ricerca di una definizione unica di quello che si è visto.
Ma a questa pellicola non gli si può dare un solo genere, è impossibile. E’ uno di quei rari casi dove riesci a trovarci di tutto: è commedia, è fantastico, è noir, è thriller, è drammatico, è sensuale, è un action movie. E’ divertente, è realistico, è surreale, è amaro, è dolce, è intrigante. Pieno di citazioni del cinema italiano, ma anche ricolmo di influenze straniere: tra tempi comici, drammi esistenziali, camorra che ti insegue per tutta la penisola, retroscena piccanti e squallidi del mondo del cinema e della letteratura, casi umani e disumani, palazzi in fiamme e combattimenti con le Katane… ce n’è davvero per tutti.
Per “DOLCEROMA” di Fabio Serrano non è assolutamente semplice dare una collocazione specifica. Non è fattibile. L’unico aggettivo che si possa effettivamente utilizzare è NUOVO. Sì, perché all’uscita della sala, dopo la proiezione della pellicola, comprendiamo immediatamente di aver visto qualcosa a cui non siamo assolutamente abituati. Un modo NUOVO, diverso, universale, trascinante, accattivante e vario di fare cinema.
Per descrivere al meglio il film forse il modo migliore è passare in rassegna i suoi personaggi principali. In un luogo dove la fantasia e la realtà riescono ad andare a braccetto in sinergia, veniamo tutti catturati, rapiti e scagliati nella loro giostra di emozioni e caratteri.
Il giovane scrittore ANDREA SERRANO (Lorenzo Richelmy) riesce ad essere il protagonista assoluto che si adatta in ogni situazione, con risvolti e colpi di scena che non si possono prevedere, intrigante grazie alla sua preziosa mente si trasforma camaleonticamente in tutto quello che ogni situazione richiede riuscendo a sorprenderci ogni volta;
il ricco produttore OSCAR MARTELLO (Luca Barbareschi) ci offre un quadro generoso e prepotente, avido ed egocentrico, ma a tratti anche dolce e appassionato che con una sua personale e grottesca lacrima interiore ci racconta una vita fatta di sofferenze;
la bella e giovane attrice JACARANDA PONTI (Valentina Bellè) è il ritratto perfetto della star patinata, dalle mille maschere e psicosi, talmente presa del suo mestiere da non avere più ne una vita ne una personalità propria, ormai talmente persa nella sua falsità al punto di recitare male anche il suo più reale tormento;
la sua agente MILLY (Iaia Forte) è la sua spalla inseparabile, la madrina amorosa che ti assiste e aiuta nei tuoi successi così come il parassita perfetto che approfitta al massimo delle tue disgrazie;
il Commissario RAUL VENTURA (Francesco Montanari) è la riproduzione ottimale di un rappresentante della legge agile e intuitivo, ma anche intorpidito e stanco, cinicamente stufato dalla sfrontatezza della criminalità moderna;
il distributore REMO GOLIA (Armando De Razza), viaggiando a bordo di lussuose limousine tra produzioni cinematografiche di giorno e infiniti festini notturni, si realizza come l’impersonificazione della corruzione e dell’intrigo del mondo del cinema all’ennesima potenza;
il camorrista LELLO (Libero Di Rienzo) è lo stereotipo divertente che fa ridere ma anche il pericoloso delinquente che sa far paura dopo averti ingannato per guadagnare la tua fiducia;
il regista esordiente ATTILIO (Luca Vecchi) è la raffigurazione completa di quella cialtroneria strafottente e tossica che dilaga sempre di più, ma che grazie alla sua fortuna e prepotente presenza, essere sempre al posto giusto nel momento giusto, riesce sempre a cavarsela al meglio;
FIORE (Alessandro Cremona) è l’anello di congiunzione, il tutto fare, l’uomo in nero che con una sua macabra passione e determinazione fa il lavoro sporco dei suoi mandanti, spesso inconsapevoli dei suoi veri giochi;
ultima ma non ultima, sopra a tutti, HELGA (Claudia Gerini) e colei che muove i fili della linfa vitale di tutti attraverso il potere dei suoi soldi, forse alla fine il personaggio più importante di tutti, perché senza il suo consenso “divino” nessuno può fare niente.
Il progetto, partito da un libero riadattamento del romanzo “Dormiremo Da Vecchi” di Pino Corrias, si è trasformato prima in un soggetto passando fra le mani di Resinaro e Fausto Brizzi e poi in una robusta sceneggiatura dello stesso regista che a suo dire ha “attinto a piene mani” dall’idea originale per trasformarla in un suo particolarissimo e dinamico punto di vista.
Tecniche di ripresa, effetti speciali, costumi e location sono del tutto allineati alla trama, garantendo allo spettatore un ottimo intrattenimento, coinvolgente e intrigante quanto serve e quando serve.
Non una mescolanza vaga e indistinta, un calderone dove è stato buttato dentro di tutto per far contenuti con il solo scopo di attirare il maggior numero di spettatori per battere cassa: ma una amalgama funzionale, un film RICCO di generi e stili, di qualità e dettagli curati attentamente, un opera credibile in tutte le sue delicate sfumature tanto quanto nelle sue energiche e pazzesche pennellate di colore estremo.
Nelle sale cinematografiche dal 4 Aprile 2019
PAOLO RICCI