Dolore, tradimento, abbandono: Federica Di Martino interpreta MEDEA al Teatro Vascello dal 6 all’11 ottobre
Chi è Medea per Gabriele Lavia, regista dell’omonima tragedia di Euripide? E’ una donna che vive il suo fallimento amoroso vendicandosi del marito, di colui che l’ha privata dell’amore. E’ la storia di un abbandono tradotto in dolore, che si consuma con l’omicidio dei suoi stessi figli. L’archetipo della donna sedotta e abbandonata che agisce in modo lucido e cosciente, consapevole della propria bramosia di vendetta. Lavia reinterpreta l’impianto drammaturgico attraverso un concetto di perdita, disperazione, angoscia, che vuole essere attuale, vivo, trasfigurando la tragedia greca.
Ad interpretare Medea è Federica Di Martino, affiancata da Simone Toni nel ruolo di Giasone. La modernità del personaggio risiede nella sua esternazione caparbia, tenace, risoluta di donna, anche se questo significa sacrificare i propri figli per non lasciare nulla a chi le ha tolto i buoni sentimenti. Non solo una Medea sanguinaria, omicida e violenta, ma anche una Medea donna incapace di fuggire dalla sua stessa collera.
Gabriele Lavia plasma lo scritto di Euripide adattandolo alla forma di questo tempo, il nostro tempo, attraverso un concetto di “qui e ora” che scavalca i secoli e li mischia adattando le emozioni umane ad una sorta di contemporaneità. Le emozioni, i sentimenti dell’antica Grecia sono gli stessi di oggi, rivisitati, forse, ma sempre gli stessi: dolore, sacrificio, odio, amore, vendetta, abbandono. Sentimenti che in Medea non restano repressi ma esplodono in una condizione di senso (tutto umano) di folle giustizia. Uccidendo i propri figli annienta sé stessa, si riempie di quella follia che oggi chiameremmo “omicida”, una follia che Federica Di Martino ci comunica attraverso la sua capacità interpretativa. Uno spettacolo che scava nell’animo umano, una rappresentazione teatrale che ci conduce attraverso le stanze buie dei sentimenti umani più feroci.