“LORO 1” di PAOLO SORRENTINO, anteprima @CINEMA MODERNO di Roma
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Colmo di citazioni e riferimenti particolari (di cronaca e non), surreali e a volte geniali, ecco il nuovo film di PAOLO SORRENTINO.
“LORO 1” (prima parte in uscita questo 24 aprile, la seconda uscirà il 10 maggio per completare il minutaggio dell’opera a 4 ore di film) è il ritratto di un accaduto umano e politico nella storia di tutti gli italiani e di uno in particolare: Silvio Berlusconi.
“LORO” parla della classe politica (di quelli che contano) e del suo mondo “intorno”. Un mondo fatto di perversioni associate a continui provini per entrare in un circolo vizioso di favoritismi.
Ma è anche un titolo ambivalente che parla degli italiani, di “LORO” che stanno a guardare e alimentano, favoreggiano quel mondo accompagnato da festini e cocaina, ambendo a fuggire dalla loro monotonia e scappare a Roma per essere vicini e conoscere di persona “LUI”, il cavaliere. Dove ogni tanto c’è una luce di romanticismo elegante dettato dalla figura carismatica di alcuni personaggi, ma che poi si dissolve subito, svelando il suo reale volto di immagine di potere, sesso e denaro.
In questo film si affronta il proibito (ciò che si sa ma che non si può dire), il concatenamento di avvenimenti che producono gli “inciuci” degli appalti e della preparazione e revisione delle leggi scritte dai politici, sempre inesorabilmente legati a donne e favori nati nei salotti, nelle feste esplosive e travolgenti, con valanghe di psicodroge.
Bellissima la scena in cui vediamo una pioggia fittissima di pasticche di MDMA cadere su tutti i partecipanti di una festa in piscina, sconvolti a tal punto da ricreare un quadro coreografico con al centro KASIA SMUTNIAK completamente nuda che rievoca la Venere del Botticelli sopra un oceano di mani in movimento e adorazione. E ancora più bello e simbolico è il fatto che fosse concatenata ad una scena precedente dove un camion della immondizia esplode gettando una pioggia di rifiuti sulle stesse persone.
Si affronta anche il mistero del potere che viene rappresentato da un personaggio potentissimo che può avere e desiderare tutto, più potente dello stesso Berlusconi, di qualsiasi imprenditore o politico. E che viene addirittura soprannominato DIO, non tanto per quello che può ma perché, a sue parole, “Sa anche perdonare”.
Un lungometraggio dove i personaggi dell’alta società inscenano la loro vita, rinchiusi nelle loro torri d’oro che vivono come prigioni o usano come via di fuga o rifugio a seconda del loro necessità. Una vita fatta di ville enormi vicine ad altre ville ancora più enormi, accanto al mare, agli yacht più grandi e lussuosi del mondo, parchi e giardini ricolmi di piante tropicali, gelaterie e ristoranti privati, giostre colorate e sonore che ci riportano alla mente la Neverland di Michael Jackson. Dove i pomeriggi si passano scivolando sul mare in aquascooter, le serate tornabdo in città e facendo sesso sulle terrazze di attici nel centro di Roma.
Di questa visione di anteprima sento il senso di citare 2 momenti, tra i tanti, che mi son parsi i più belli, due dialoghi.
Il primo tra Berlusconi e suo nipote che gli appena fatto notare di aver schiacciato un escremento ma che lui stesso convince di non averlo fatto, con giri di parole che partono e arrivano al concetto che “nella realtà non importa se quello che dico sia vero o no, l’importante è che ci hai creduto” (un’educazione da brividi).
Il secondo, in netto contrasto, quando Berlusconi viene spiazzato da un giocatore a cui fa la corte per farlo giocare nel Milan, promettendogli TUTTO. Ma sentendosi rispondere che ci sono altri valori e che “tutto non è abbastanza”.
La recitazione è altissima: TONI SERVILLO replica e doppia il suo successo ottenuto con il carattere Andreottiano de “IL DIVO”; RICCARDO SCAMARCIO è perfetto e recita benissimo il suo ruolo di ambizione e manipolatore di Escort; KASIA SMUTNIAK ci sorprende ancora con il suo carisma ed eleganza; ELENA SOFIA RICCI è perfetta e dedicata a ricostruire il ruolo di Veronica Lario; FABRIZO BENTIVOGLIO e DARIO CANTARELLI danno quel giusto tono inquietante che certi personaggi reali scatenano in tutti noi.
Anche la crew ha contribuito degnamente nel lavoro: da citare soprattutto i dialoghi (scritti dal regista insieme a UMBERTO CONTARELLO), la fotografia di LUCA BIGAZZI e il montaggio di CRISTIANO TRAVAGLIOLI.
Ma dare un giudizio finale sul “LORO” è impossibile adesso, dobbiamo aspettare “LORO 2” per darne uno focalizzato e obbiettivo.
Ci limitiamo solo a dire che SORRENTINO ci ha stupito ancora, sapendo colorare la sua tela con i toni giusti di un regista accurato, che ha sempre il suo personale tocco onirico: cercando di spiegarci la realtà che supera la fantasia attraverso la fantasia che cerca di superare la realtà.
PAOLO RICCI
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