Mito e Simbolo negli archetipi musicali di Alessandro Decadi
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Venerdì 1 dicembre alla Libreria Coreander è stato presentato il primo libro di Alessandro Decadi “Mito e simbolo negli archetipi musicali. Lo sguardo del romanticismo verso Oriente”
Un tema diverso, affascinante, misterioso. Un modo anomalo di concepire la musica, la voce, la vibrazione, l’intonazione attraverso gli archetipi e i miti che uniscono le varie etnie e tradizioni del mondo antico.
E’ stata una delle presentazioni più interessanti e complete a cui io abbia mai assistito. L’autore è riuscito a comunicarmi tutta la passione e la fascinazione che c’è stata dietro la stesura di questo saggio.
Il tema di fondo è come le filosofie orientali abbiano influenzato i vari autori, compositori, filosofi, pittori dell’ottocento occidentale.
Quindi di come si sia potuto venire a creare un contatto fra queste due tradizioni e se sia possibile unirle in un’unica verità.
Si parla di Rinascimento Orientale, cioè di riscoperta del mondo antico orientale.
Si parte dall’analisi dei testi veda, più antichi del Vecchio Testamento, e da una descrizione del Cosmo, molto simile a quella biblica. All’inizio c’era Brahman, dio autoreferenziato, in una totale assenza di materia. Rendendosi conto di essere solo si scinde in due poli Vishnu (Maschile, che desidera) e Shiva (Femminile, che crea).
Alla religione Veda e alla Trimurti, nella religione occidentale corrisponde la Trinità biblica: Dio, Uomo e Donna.
Un altro parallelismo è quello del Big Bang occidentale che è molto simile all’OM: il passaggio da un mondo inudibile alla materializzazione del mondo sonoro.
Anche a livello musicale esistono vari archetipi.
Perché vengono definiti archetipi e non tradizioni? Perché sono stati pensieri e ideologie alla base di civiltà lontanissime fra di loro, che non avevano possibilità di contaminarsi.
Quali sono alcuni degli archetipi musicali che potrete scoprire nel libro di Alessandro Decadi:
–MITO DI ER: è un racconto contenuto nel La Repubblica di Platone. Er , soldato valoroso morto in battaglia, nel momento in cui stava per essere arso sulla pira, si risveglia e racconta cosa ha visto nell’oltretomba. Descrive l’Aldilà come una miriade di cerchi concentrici, precisamente 7, ed in ognuno vi era una Sirena che intonava una nota. Tutte le note cantate insieme formavano un’armonia su cui cantavano le tre Moire: Cloto cantava il presente, Lachesi il passato e Atropo il futuro.
Questo per spiegarci la similitudine fra le note occidentali (do-re-mi-fa-sol-la-si-do) e quelle orientali (Sa -Re- Ga -Ma- Pa- Dha -Ni) che in entrambi i casi risultano essere 7.
–IL FLAUTO DI KRISHNA E DI PAN: sia l’uno che l’altro suonando il flauto incantavano gli animali.
Sempre Platone, nel Simposio, ci tramanda, attraverso un racconto di Aristofane, una leggenda secondo cui all’inizio esistevano 3 specie: non sono maschio e femmina, ma anche l’Uomo-Donna, un essere ibrido.
Ma Zeus, invidioso della loro perfezione, li voleva spaccare in due: si presentava un problema, separando loro non sarebbero esistiti più neanche gli dei. Questo perché questa specie era incaricata di cantare le lodi agli dei, che erano il mezzo attraverso cui si creava il contatto fra terreno e divino.
E questo contatto fra i due mondi lo ritroviamo nel Canto delle Sirene, nel Mito di Orfeo.
Questi miti sono importanti perché ci spiegano il potere magico della musica, che stabilisce questo legame che si viene a creare fra umano e ultraterreno che si realizza nella catarsi, nella meditazione, nel tarantolismo ecc.
Si è poi passati ad una analisi più approfondita di cosa sia la musica, soprattutto di come sia concepita da alcuni filosofi che l’hanno studiata in quel determinato periodo storico.
Ma non voglio svelarvi tutto. Vi invito, se questo argomento ha suscitato in voi un minimo di curiosità, di acquistare, presso la Libreria Coreander o online, questo libro tutto da conoscere, che personalmente, essendo una cantante ed appassionata di miti, è stato un aspetto meraviglioso da scoprire, di due mondi intriganti che si sono fusi in uno solo, grazie alle ricerche di Alessandro Decadi.
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