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[:it]DA SOLI NON SI E’ CATTIVI @TEATRO VASCELLO[:]

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“DA SOLI NON SI È CATTIVI”

Spettacolo in 3 quadri

È andato in scena dal 22 al 24 maggio al Teatro Vascello lo spettacolo DA SOLI NON SI E’ CATTIVI, regia di Fabiana Iacozzilli su testi di Tiziana Tommasullo. In scena Simone Barraco, Francesca Farcomeni, Francesco Meloni, Marta Meneghetti, Ramona Nardò e Francesco Zecca.

Lo spettacolo, diviso in 3 quadri ha attraversato le storie affascinanti di persone che vogliono ma che non sanno amare direbbero alcuni, che amano in modo particolare direbbero altri.

Per me in modo unico.

Lo spettacolo e godibilissimo, pieno di tempi comici ed esilaranti che costellano un testo a tratti profondo, drammatico ed appassionato, a tratti grottesco, assurdo… ma anche reale, vero.

Tanta stima ed attenzione per la regia e per questi bravissimi e talentuosi attori che a testa alta affrontano un testo tanto bello quanto complicato.

Un testo che è in alcuni punti è addirittura deliziosamente logico e corrotto come il sapore del ferro.

Del sangue.

1mo QUADRO:

Sul palcoscenico una tavola apparecchiata è già illuminata: da dietro tre figure ci osservano dalla scena in una stasi inquietante. Due di esse si animano appena le luci della platea si abbassano e ci stupiscono subito con uno bacio quasi meccanico che li trasforma in due marionette strane ma simpatiche. Dubbio e ambiguità appena li vediamo staccarsi per finire di preparare la tavola, sedersi e specularmente mettersi a mangiare svogliatamente, annoiati, con gli stessi identici movimenti a tal punto da confonderci, farci quasi pensare che siano la stessa persona. Spingiamo lo sguardo più a fondo e capiamo che si trattano di un uomo e di una donna. Entrambi con barba e baffi, sì, e anche gli abiti sono gli stessi, completo, camicia Bianca linda e… scarpe da donna. A questo punto non sappiamo bene cosa pensare a questo punto di questi due… ma ecco che una voce narrante e chiarificatrice ci racconta di loro: sono Riccardo e Barbara.

I due hanno una relazione che va a vanti da 16 anni e vivono in perfetta uguaglianza (di base) ma in totale concorrenza l’uno con l’altra. Io sono meglio di lei, lui è peggio di me.

Iniziano a parlare di una persona conosciuta la sera prima, Nancy, un/a ballerino/a (non si capisce volutamente) che secondo l’una si è innamorato/a di lei, secondo l’altro, invece, mai quanto di lui. Improvvisamente la terza figura che avevamo quasi dimenticato in disparte sul fondo si anima attraversando il palco fino alla tavola liberandosi di giacca, sciarpa, occhiali e cappello in modo fashion e libertino: E Nancy, invitato/a(si) a pranzo da loro, conquistando la scena e l’attenzione di tutti.

Ovviamente i nostri due protagonisti si buttano su Nancy accogliendolo/a (gareggiando. I tre poi si accomodano, si mettono a chiacchierare del più e del meno. Nancy è solare, Riccardo e Barbara tesi come due corde di violino continuano a sfidarsi in dialoghi carichi di sotto testi violenti ferendosi a vicenda in un combattimento verbale e di umiliazioni reciproche. Il termine di ogni vittoria si amplifica con un’umiliazione reciproca, ma nella sua Riccardo esagera e Nancy mosso/a a compassione si avvicina dolcemente a Barbara imboccandola e coccolandola dolcemente. Riccardo dapprima scioccato si getta su Barbara e nella maniera più ipocrita possibile la coccola anch’egli, scusandola, comprendendola per poi alla fine farsi imboccare a sua volta dallo/a basito/a Nancy che a questo punto si inquieta davvero…

Questo primo quadro è risolto in maniera divertentissima e grottesca. La bellezza sopraffina di questi due personaggi è la resa di una coppia che ha perso la propria singola identità durante il corso del loro rapporto, cercando di superarsi l’un l’altra senza sosta. Odiandosi a tal punto di non accorgersi di aver superato il limite della propria decenza e senza la coscienza di essere in realtà due esseri che posso coesistere solo in simbiosi. Soli sarebbero perduti. Insieme si realizzano sfidandosi in una battaglia che non avrà mai fine.

È una trama di un’assurdità incredibile soprattutto perché incarna la realtà a tal punto da farsi superare da essa stessa: perché niente, spesso, è più assurdo di sua maestà la realtà.

2do QUADRO:

La scena si apre su una donna seduta. Davanti a LEI uno smartphone gigante.

LEI è Tommaso. E Tommaso ci appare subito una persona curiosa.

Nel suo monologo ci parla del suo innamoramento per una donna e di come tutto sia iniziato.

Deliziati ascoltiamo un racconto che pensiamo delicato ma che pian piano si trasforma: divien subito una rimostranza di rancori che ci sorprende e ci smarrisce. Ma è solo l’inizio.

Passando da elucubrazioni e meccanicismi di pensiero che rasentano la follia, ci troviamo in mezzo a una sua ricostruzione paradossale del loro incontro con libri letti per mettesi in mostra, sguardi, posizioni e frasi studiate a tavolino per capire se quel segnale possa essere interpretato come positivo e negativo.

L’unica cosa veramente concreta è che LEI ha dato il suo numero a Tommaso, dicendole di chiamarla.

Questo segnale è per noi umanamente chiaro e semplice: per Tommaso no, come potrebbe esserlo?!

Inizia il suo viaggio onirico: la chiamo non la chiamo la chiamo non la chiamo…

Decide che non la chiamerà e che dovrà uscire e farsi una bevuta tra amici sicuri e decisi come Tommaso stesso, trasformatosi in un machismo perfetto. La sua amata a quel punto (nella sua fantasia) entrerà proprio in quel locale e la vedrà tra amici che la amano e la amerà ancora di più perché in questa sua “sana” follia la cosa importante è la SUA supremazia nell’amore.

Ma il delirio lascia il passo alla realtà e Tommaso pondera che sia meglio chiamarla… e decide di fare addirittura delle prove: ma anche qua si comincia male per finire in peggio. Per controbilanciare allora si parte alla volta di un viaggio di autoconvinzione e di autostima che salvi il tutto.

Ma il problema permane: la chiamo sì la chiamo no la chiamo sì la chiamo… e improvvisamente tutto si blocca quando lo smartphone comincia a squillare…

Questo splendido monologo è la visualizzazione di quanto più vero possa essere l’inizio di un rapporto.

Infatti se nel primo quadro si mostra quanto una realtà di un rapporto consolidato possa anche essere complessa, l’inizio di un rapporto è quanto di più complicato e tempestoso possa esistere nella mentalità umana. Il non ragionare e il ragionare troppo nello stesso tempo ci dilania, fino a che a volte il caso o un improvviso lampo di lucidità non ci salva. Nel bene o nel male.

3zo QUADRO:

Il terzo quadro si apre su Biancaneve seduta sul bidet del suo bagno che osserva il suo Principe Azzurro che eroicamente sta sturando il wc armato di sturalavandini, tirando fuori nefandezze e schifezze.

E siamo decisamente spiazzati e divertiti.

Mente Biancaneve osserva ecco che tra tutte le nefandezze estratte appare prima un torsolo di mela consumato… poi una lunga parrucca nera… gli effetti personali di Biancaneve!

La simbologia ci è chiara, la colpevole di quel trambusto, dei problemi nel loro rapporto è proprio LEI.

Il Principe mette allora da parte il suo eroismo elegante, si accende una sigaretta e inizia a sturare violentemente… dopo tutto non si ha più niente da perdere una volta scesi tutti allo stesso livello.

Bianca fa la vaga, un po’ per senso di colpa un po’ per difendersi. Inopportuna chiede dolcemente al Principe cosa stia pensando in quel momento, ocheggiando corre a terminare le risposte del Principe prima ch’egli le finisca, irritandolo.

Per giustificarsi dice di correre sempre in anticipo per non apparire distratta e stupida, senza accorgersi, le fa notare lui, che così facendo lo è di più. Ed è subito Vendetta…

Parte un serrato monologo che attraversa temi incredibilmente paradossali come che LEI non vuol perdere LUI da vivo a tal punto da preferire che LUI muoia; anche perché in questo caso LEI sarebbe straziata dal dolore e dalla sofferenza a tal punto da attirare la stima di tutti i partecipanti al funerale; ma si accontenterebbe anche se rimanesse solo paralitico, per cui LEI l’aiuterebbe e LUI l’amerebbe incondizionatamente.

A quel punto il Principe afferra la palla al balzo e le comunica che “forse” sarebbe meglio lasciarsi: ma l’effetto boomerang è ancora più devastante.

Bianca fantastica freneticamente situazioni disparate in cui loro si rincontrano in un futuro prossimo dove accadono ad entrambi disgrazie indicibili che gli faranno capire di amarsi davvero anche nella sfortuna e che non si sarebbero mai dovuti lasciare.

Principe è spiazzato, quest’ultima follia lo riporta addirittura a riavvicinarsi a Bianca… ma è solo un fuoco di paglia…

Quest’ultimo amaro e appassionato quadro ci richiama alla storia di vita di persone imperfette, nemmeno fatte per stare insieme, ma che non possono fare a meno l’una dell’altra.

Perché se si spezza il legame di questo tipo di coppie il crollo è totale.

Perché si perderebbe il masochistico ma gratificante senso del nonsense di una follia dichiarata, che non ha capo né coda, se non quello di un irresistibile, irrinunciabile circolo vizioso infinito.

Perché il bisogno dell’amore dell’altro è a l’una necessario per amare sé stessa.

PAOLO RICCI

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About Paolo Ricci (39 Articles)
Paolo Ricci, nato a Pistoia nel 1972, è un attore e caratterista Italiano; la sua carriera nel mondo dello spettacolo inizia nel 1986 frequentando televisioni, teatri e set. Nel 1998 Paolo Ricci si Diploma come Attore di Prosa alla Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone” e dal 1999 si trasferisce a Roma. Esordisce agli inizi degli anni duemila interpretando ruoli da protagonista e coprotagonista, primario e comprimario nel cinema (major e indipendente), in televisione (anche come presentatore), nel teatro di prosa e per il teatro per ragazzi. Grazie all'intensa carriera cinematografica, partecipa attivamente al cinema indipendente con lungometraggi, cortometraggi e videoclip musicali; impegnandosi anche in pubblicità, documentari, doppiaggio, radio e speakeraggi. E’ attivo anche nella promozione, direzione artistico/organizzativa di eventi, compagnie teatrali, gruppi di lavoro e laboratori con le sue organizzazioni e piattaforme multimediali (Progetto TANGRAM) che offrono una vetrina di visibilità in tutti i campi dello spettacolo sia a figure emergenti come di confermata notorietà; infine l’attore si dedica anche all'insegnamento della recitazione e dell’improvvisazione. http://www.riccipaolo.it/ - https://progettotangram.wordpress.com/
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