Christian Raimo presenta “Tutti i banchi sono uguali” @Coreander Roma
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Tutti i banchi sono uguali, di Christian Raimo
La prima cosa che ho fatto, andando via dalla presentazione di questo libro, è stata chiamare mio padre per dirgli –“Leggi questo libro e aiuta Mattia”-. Mattia è mio fratello, un ragazzo di 16 anni vittima dei vari cambiamenti apportati all’istituzione scolastica dagli anni 60 in poi.
L’autore, Christian Raimo, parte da un’idea, che è contenuta anche nel titolo del libro: quella dell’uguaglianza. O meglio, l’uguaglianza che non c’è nelle scuole.
Nelle classi scolastiche si dovrebbe entrare tutti diversi e uscirne tutti uguali. Ma da alcuni anni si sono creati dei meccanismi che hanno trasformato la scuola in un ufficio di collocamento. Questi meccanismi sono le leggi italiane, in particolare la 107 del 2015, la cosiddetta “BUONA SCUOLA”, a cui lo scrittore dedica buona parte della sua riflessione.
Cos’è questa Buona Scuola? E’ una riforma di governo che ha apportato l’assunzione di 100.000 insegnanti, dotando di “superpoteri” il preside che può valutare i docenti neo immessi in ruolo e può premiare, con un corrispettivo in denaro, gli insegnanti più bravi. Inoltre ha creato un legame più forte fra scuola e aziende, rendendo la scuola un filtro per le aziende ideando una nuova pratica didattica, l’ alternanza scuola-lavoro, che prevede 400 ore in azienda nei tecnici e nei professionali nell’ultimo triennio e 200 nei licei. Questi sono alcuni dei punti, per capire meglio cos’è cliccare QUI.
Questa idea di filtro è nata con Kenneth Arrow, premio Nobel per l’economia nel 1972, che in suo articolo intitolato “Higher education as a filter” concepisce la scuola come “screening” e “filtro”, ostacolando di fatto l’uguaglianza, perché nelle scuole si dovrebbe inventare e far crescere le competenze nei ragazzi, quelle competenze che invece sono utilizzate per valutarli e classificarli.
Come si è arrivati a valutare le competenze degli alunni? Negli anni ’60 in America, all’interno della Scuola di Chicago è nato il concetto di capitale umano. Cos’è? L’Ocse lo definisce come “le conoscenze, le abilità, le competenze e gli altri attributi degli individui che facilitano la creazione di benessere personale, sociale ed economico”. Questo concetto, la sostituzione nei ministeri dedicati all’istruzione dei pedagogisti con gli economisti, un’idea politica produttivista sia a destra che a sinistra, frutti di variabili storiche legate all’ideologia neoliberista che leggendo il libro è facile e più chiaro comprendere, rispetto a quanto potrei fare io in poche righe, hanno portato alla trasformazione della scuola in un laboratorio di lavoratori da offrire alle aziende.
Tutto questo è accaduto a discapito delle conoscenze, e della vera missione educativa della scuola, un’inversione di rotta rispetto agli sforzi di Don Milani che aveva tolto dai campi e dal lavoro i ragazzi per dargli una cultura e insegnarli la vita, in cui il lavoro dovrebbe essere un aspetto e non l’unico obiettivo.
Durante il dibattito è stato chiesto al professore, scrittore e giornalista Christian Raimo, autore del libro, quali potrebbero essere delle potenziali soluzione al degrado scolastico italiano. Lui si è soffermato su tre punti, secondo me, cruciali:
1) Le disuguaglianze con gli altri paesi europei: in Francia i ragazzi svolgono a settimana otto ore e mezzo di sport. In Italia i ragazzi a settimana, svolgono 9 ore e mezzo di compiti (questo ha ovviamente ripercussioni anche sulla salute pubblica)
2) Le ripetizioni private: è di 9 miliardi e mezzo il capitale investito annualmente nelle ripetizioni, che invece potrebbero essere risparmiati introducendole, magari nelle ore pomeridiane, negli istituti scolastici
3) Il consiglio d’orientamento: alla fine dei 3 anni scolastici delle medie, sarebbe opportuno istituire un consiglio di figure professionali, meglio se i professore stessi, che già conoscono la carriera scolastica e le capacità dell’alunno, per indirizzarlo verso il liceo o il tecnico-professionale ideale.
Come studentessa universitaria mi sento di dire che è un libro che vale la pena di leggere attentamente, analizzare e da cui prendere degli spunti su cui discutere, perché l’istruzione è un bene comune, è un diritto prima di essere un dovere, ed è l’unica vera forma di libertà per dei cittadini consapevoli.
di Luna Riillo[:]