“Uomo senza meta”, l’opera di Arne Lygre, con la regia di Giacomo Bisordi apre la stagione del Teatro Argentina.
La stagione del Teatro Argentina viene inaugurata il 17 ottobre 2020 con uno spettacolo autoriflessivo: “Uomo senza meta”, regia di Giacomo Bisordi.
Lo spettacolo, che sarà in scena sino al 25 ottobre 2020, è un’opera di grande impatto sociale che fa emergere le delusioni del sogno capitalista tra sentimenti e politica, per approfondire il tema dei sentimenti visceralmente legato all’ambiguità dei comportamenti umani.
Già in scena dal 2009 al Festival Intercity Oslo. Presentato in prima assoluta al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino, il testo, premiato nel 2005 dal National Theatre di Oslo, ha finora viaggiato tra Belgio, Svizzera, Brasile, Portogallo, Germania e Canada, per arrivare ora anche in Italia con la regia di Giacomo Bisordi.
Giacomo Bisordi, dal suo battesimo come assistente alla regia per Gabriele Lavia, ha lavorato tra gli altri, con Peter Stein, Giorgio Barberio Corsetti, Massimo Popolizio, Veronica Cruciani, Eleonora Danco, Matthias Langhoff, Thomas Ostermeier e Milo Rau, di quest’ultimo da Gennaio 2019 è diventato collaboratore fisso all’interno della sua compagnia, l’International Institute of Political Murder (IIPM) e del teatro da lui diretto, NTGent. È stato aiuto regista e drammaturgo nel film Il Nuovo vangelo (2019) che verrà proiettato al Teatro Argentina all’inizio del 2021.
La storia in sintesi racconta di Pietro che decide di mollare tutto per fondare una città, seguendo le sue idee utopiche, la migliore possibile, ma è durante la sua malattia che il suo sogno si realizza e ci si interroga sul futuro della città dopo la possibile scomparsa di Pietro. Qual’è il destino degli esseri umani che hanno delegato il proprio senso nel mondo a qualcun altro? Per dar vita a questa storia si attinge a temi universali come il potere dei soldi, l’ideologia di profitto e come entrambe possano compromettere tutte le relazioni umane, si tratta di una vera e propria microsaga familiare. Il microcosmo che rappresenta il macrosmo da questo punto di vista nella società.
Nelle parole di Giacomo Bisordi, Lygre «è un autore che in “Uomo senza meta” pone una questione cocente: come il sistema economico in cui viviamo sia capace di disegnare un sistema affettivo completamente deformato, compromettendo la nostra stessa capacità di stare assieme ai nostri simili, assieme agli altri».
In quest’opera vengono analizzate le delusioni del capitalismo attuale nei nostri giorni, dove una pandemia ha mostrato gli strascichi forse della fine di un sistema economico, e lascia intravedere gli sviluppi del nuovo.
«Arne Lygre è un autore minimalista, scrive con frasi brevissime – continua Bisordi – le battute più lunghe sono al massimo due o tre righe, non ci sono monologhi. I personaggi, ammesso che si possa parlare di personaggi, parlano per frasi mozzate, ridotte all’osso, senza alcun tipo di sviluppo concettuale. Sono contratti, ma allo stesso tempo ci troviamo di fronte a un autore che dentro a queste battute “piccole” riesce a costruire un mondo con una precisione di dettaglio unica. È un vero maestro in questo, nel saper disegnare qualcosa con il minimo sforzo necessario»
di Arne Lygre
traduzione Graziella Perin
regia Giacomo Bisordi
con Francesco Colella(Pietro), Aldo Ottobrino(Fratello), Monica Piseddu(Moglie),
Anna Chiara Colombo(Figlia),Silvia D’Amico(Sorella), Giuseppe Sartori(Proprietario/Assistente)
costumi Anna Missaglia – luci Vincenzo Lazzaro
aiuto regia Fausto Cabra – assistente alla regia Angelo Galdi
i diritti dell’opera Uomo senza meta di Arne Lygre sono concessi da Colombine Teaterförlag, Stoccolma
in collaborazione con Zachar International, Milano
Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale
di Cinzia Salluzzo Rovituso